DECADENZA
di CALOGERO MAZZA

Nessuna libertà
fra i sentieri di questo infame mondo
magari un filo d’erba
sfiora petali
toccati da aliti di venti intossicati
uccelli cadono
dai loro voli
sui parabrezza delle macchine
dio sta perdendo lo scettro
di un decadente regno
in una briscola
cedendo la mano volontariamente
case abbandonate mostrano
ante spalancate
bocche che chiedono pane
senza denti
persi in una guerra
una delle tante
in nome di un dio
uno fra quelli seduti in fondo alla sala
che aspetta per spegnere le luci
quando l’ultimo andrà via
nessuna pietà
fra i vicoli di biechi destini
uno straccio copre lividi violenti
dentro pozze di fango
coscienze dal profumo di morte
puliscono il ventre
e amorfi cuori
aspettano parole di miele
che arriveranno in barattoli colmi di vermi.
Notevole.
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Lo spunto dal quale parte la poesia è nelle parole “ uccelli cadono dai loro voli sui parabrezza delle macchine…” così come avevi notato.
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Bellissima.
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Bello!!
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